La teutonica difesa a oltranza di un pregiudizio

di Gino Santini, da “Omeopatia33” dell’8 settembre 2023

In Germania, così come in altri paesi, esiste un associazione che si propone di difendere i consumatori a livello sanitario, segnalando gli aspetti potenzialmente negativi che potrebbero essere pericolosi per i pazienti e la loro salute. Manco a dirlo, tre illustri esponenti di questa congregazione se la sono presa con l’omeopatia in un articolo​1​ pubblicato di recente sul Central European Journal of Medicine, una rivista dall’Impact Factor pari a zero e qualche spicciolo. Valore fortunatamente insignificante, perchè è raro che in un articolo “scientifico” si vedano autori lasciarsi andare a un livore e ad un’arroganza molto poco scientifica e decisamente oltre il consentito.
Premetto che la critica scientifica è sacrosanta, ma in altre occasioni diversi autori di articoli in salsa anti-omeopatica hanno pubblicato in modo più professionale, quanto meno sostenendo le loro tesi con i dati a disposizione e con aggiornati riferimenti bibliografici. L’esatto contrario di Yannick Borkens & C., che si presentano con zero dati e una ventina di riferimenti di ambito locale, quasi tutti in lingua tedesca, probabilmente pensando che la terra di Hahnemann sia l’ombelico indiscusso del mondo scientifico. E già questo la dice lunga.
Eppure, anche se scovato a fatica, in questo guazzabuglio di opinioni in libertà un elemento corretto c’è, forse l’unico, legato alla esposizione storica della vita di Hahnemann e della nascita dell’omeopatia. Si sono dimenticati, è vero, di sottolineare come Hahnemann sia stato il primo promotore del gruppo di controllo nelle sperimentazioni, ma la segnalazione poteva evocare qualche elemento meritorio che avrebbe stonato con la strategia della narrazione. E poi perché negare piccole e innocenti amnesie a questo sparuto manipolo di grandi ricercatori; dopo questa fioca luce ci vuole poco per perdersi nel buio di tutta una serie di deduzioni e illazioni tese a comprovare l’estrema pericolosità dell’omeopatia, a loro parere finora pazientemente (e quindi pericolosamente) sopportata con perniciosa indifferenza dalla comunità scientifica. Un sollevamento di scudi in chiave medico-terroristica che neanche il CICAP dei tempi migliori.
Si va dal criterio di similitudine come retaggio esoterico e mai dimostrato scientificamente (ormesi, questa sconosciuta!) alla incapacità degli omeopati di identificare una qualche patologia, considerati capaci di guardare solo alla sintomatologia: eppure stiamo parlando di appartenenti alla classe medica, qualcuno anche con qualche barlume di Medicina Integrata in testa. La lista degli orrori si allunga con altre affermazioni che riguardano il processo di dinamizzazione, definita “rituale” per evidenti scarse conoscenze di tecnica farmaceutica, alla pretesa capacità dell’omeopatia di curare malattie quali tumori e gravi infezioni, in evidente contrasto con quanto affermato dalle Società Scientifiche del settore (leggi Siomi), evidentemente mai interpellate. Ma tutto serve per il nobile scopo di aizzare la piazza scientifica contro l’omeopatia, questo come l’eterna favola del “ritardo delle cure appropriate” al paziente, eterna vittima di accanimenti terapeutici omeopatici, anche questi ovviamente banditi da una normale prassi di prescrizione.
Glissando per umana pietà sull’ardita tesi di ampia sovrapposizione fra omeopati e negazionisti della scienza, ovviamente quella con la “S” maiuscola di cui gli autori si sentono immacolati paladini, di particolare interesse la disquisizione sul farneticante quanto singolare rapporto che secondo loro sussisterebbe tra omeopatia e riviste scientifiche: partendo dal presupposto che nessun articolo che riguardi l’omeopatia deve essere pubblicato pubblicato, a prescindere dai risultati (!), la fantasiosa tesi sostenuta è che le riviste in cui questo avviene peccano di “piaggeria” editoriale oppure perchè fra i referee si nasconde qualche esperto omeopata, quale novello appartenente a una strana varietà di setta segreta e non perchè conoscitore della materia da valutare. Una valutazione “autentica” – un po’ come avveniva durante l’Inquisizione – gli autori l’hanno già fatta e per loro l’argomento va considerato chiuso e sepolto.
Preferiamo sorvolare su altre aberranti deduzioni, con l’unico scopo di mantenere il dubbio sull’ignoranza di chi le esterna, anche se la tentazione di toglierlo rimane. Così come rimane paradossale il fatto che, in diversi punti dell’articolo, ci si domandi come sia possibile che tanti pazienti si rivolgano all’omeopatia, ormai bollata definitivamente e senza appello come la meno credibile delle pseudoscienze; la risposta, che evidentemente prescinde dai risultati che tali pazienti riportano con soddisfazione, è sempre quella di giocare sull’ignoranza e la mancata conoscenza dell’omeopatia e dei suoi princìpi fondamentali. Proprio come gli autori di questo articolo.

  1. 1.
    Borkens Y, Endruscheit U, Lübbers C. Homeopathy-A lively relic of the prescientific era. Wien Klin Wochenschr. Published online March 24, 2023:1-8. doi:10.1007/s00508-023-02164-w
Gino Santini
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Direttore dell'Istituto di Studi di Medicina Omeopatica di Roma. Segretario Nazionale SIOMI. Giornalista pubblicista. Appassionato studioso di costituzioni e del genere umano.

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