L’istituto

La storia dell’Istituto è legata a filo doppio a Antonio Santini, che ha lavorato per diversi anni a Piazza Navona con Antonio Negro. La svolta, nel lontano 1974, quando Antonio si confida con il fratello Roberto su un qualcosa che lo ha incuriosito, un libro di Claude Sigoud che parlava di costituzioni: un argomento, a dire di Antonio, colpevolmente sottovalutato dalla clinica medica. L’anno successivo nacque l’idea di mettere in piedi un Centro di Terapia Omeopatica (il futuro ISMO) che presentasse ai giovani medici del tempo questo interessante cocktail, all’epoca appena delineato, di omeopatia e costituzioni. Detto e fatto, i prodromi dell’attuale ISMO cominciarono a farsi vedere in lezioni che Antonio e Roberto tenevano nell’Aula dell’Istituto di Farmacologia alla Sapienza, sotto l’occhio compiaciuto di un giovane Lamberto De Santis che aveva capito, qui come in molti altri campi, l’importanza del fenomeno che stava nascendo.

Nota personale: il sottoscritto, da liceale vicino alla maturità, seguì un po’ per caso una lezione e rimase affascinato da come era possibile tenere inchiodata l’attenzione di un centinaio di uditori per una intera giornata senza l’ausilio di figure o audiovisivi di sorta, se si eccettua un curioso marchingegno che proiettava su uno schermo le pagine dei libri che si appoggiavano al suo interno. Fu così che con l’avvento delle lavagne luminore e degli acetati mi divertivo a costruire schemi, disegni e tabelle, inconsapevole di cominciare a contagiarmi con quello che diventerà, parecchi anni dopo, l’obiettivo di una vita dedicata alla salute e al benessere dei pazienti. Ecco perchè avrò sempre infinita gratitudine per due figure familiari che, a mia insaputa, hanno lavorato una vita per tracciare un solco professionale così profondo, dal quale non sono stato più capace di uscirne…

Gino Santini

Antonio Santini (1911 – 1989)
Roberto Santini (1926 – 2012)

L’approccio clinico

Nell’epoca storica attuale la medicina convenzionale procede tra successi e limiti, questi ultimi particolarmente evidenti nella cura delle patologie croniche; integrare la terapia moderna con strategie mediche complementari (omeopatia, fitoterapia, etc.) significa ampliare le possibilità di guarigione del paziente cronico scegliendo l’arma più adatta per il problema in atto. Sempre partendo da una diagnosi clinica convenzionalmente intesa, i dati provenienti dallo studio del terreno costituzionale del paziente permettono di far convivere trattamenti convenzionali e strategie complementari nella stesura di una terapia personalizzata sul paziente, in grado di stimolarne in modo naturale i processi di autoguarigione e di velocizzare i fisiologici tempi di recupero. E’ utile ricordare che, anche in un’ottica di Medicina integrata, è di fondamentale importanza che il paziente mantenga un rapporto collaborativo con il proprio medico di Medicina Generale oppure con il Pediatra.