I pazienti con Lupus Eritematoso Sistemico (LES) presentano un microbioma intestinale particolare, caratterizzato da una profonda disbiosi di intensità proporzionale alla gravità della malattia; una delle principali conseguenze di questa situazione intestinale è l’incapacità di proteggere l’individuo colpito da LES da infezioni sostenute da batteri commensali intestinali.
Uno studio di coorte condotto dal gruppo di Silverman e pubblicato su Annals of Rheumatic Diseases ha evidenziato una sensibile riduzione della comune tassonomia batterica nei pazienti con LES, registrando una concentrazione cinque volte superiore alla media del Ruminococco gnavus, appartenente alla famiglia delle Lechnospiracee, accompagnato dalla contemporanea riduzione di specie batteriche che sono considerate protettive.
In particolare, a un indice di progressione della malattia che si innalzava corrispondeva un abbassamento del livello di C3 e C4, accentuando la sintomatologia nefritica dei soggetti. Il ritorno ad un microbioma più fisiologico, sostengono gli autori, potrebbe migliorare di molto le deboli risposte immunitarie degli individui colpiti da LES, che potrebbe anche giovarsi di un test di identificazione più sensibile per identificare le primissime fasi della malattia.
Azzouz, D., Omarbekova, A., Heguy, A., Schwudke, D., Gisch, N., Rovin, B. H., et al. (2019). Lupus nephritis is linked to disease-activity associated expansions and immunity to a gut commensal. Annals of the Rheumatic Diseases, 78(7), 947–956. http://doi.org/10.1136/annrheumdis-2018-214856
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