I danni del debunking e della divulgazione (fatta male)

il Chimico Scettico del 28 maggio 2020 – LINK

Questo è uno di quei post “inutilmente polemici”, vi avviso, che però torna bene, visto che mi hanno fatto sapere che qualcuno è di fresco passato da “La scienza non è democratica” a “La scienza è complicata”. Ma sopratutto è opportuno perché l’atmosfera è tornata frizzantina, e vedo alcuni che tornano a voler fare a spallate con questa pagina, con argomenti che già puzzavano due o tre anni fa, e oggi sono completamente putrefatti).

Avete presente la santa guerra contro l’antiscienza di un tre anni fa? Uno che passava aveva rilevato che popolarizzava e diffondeva un’idea delle scienze grottesca e deformata (in altri termini, un’incredibile mole di cazzate). Ma era a fin di bene, eh… Sempre uno che passava aveva avuto l’impressione che non sarebbero bastati anni a rimediare a quei danni. E in effetti i danni sono persistenti.

Faccio un esempio terra terra (per me): regolazione farmaceutica. L’argomento è complesso, molto complesso, si parte dal cGMP e si arriva al New Drug Approval. Di fatto si tratta di tutta quella serie di regole necessarie a che i farmaci o i farmaci appena immessi in commercio soddisfino gli indispensabili criteri di sicurezza e efficacia. Questo per evitare eventi tragici che hanno caratterizzato negli anni la storia dell’industria farmaceutica. Grazie a certa “divulgazione scientifica” il pubblico ha capito tutto al volo, a cominciare da un noto debunker che poco tempo fa si produceva in questo tweet:

Non so chi sia il chimico scettico e la scienza non funziona così. Se un farmaco funziona, si pubblica un paper con le prove, lo si valida con il peer-review e poi si annuncia che funziona.

Gran cosa lo scientismo pop, vero? Roba da far cadere a terra gli attributi.

Qualche giorno fa lamentavo che in varie sedi, tra cui CEPI, si mettesse in conto di ridurre o saltare la fase preclinica di sviluppo di un vaccino per passare direttamente ai trial clinici, su uomini. Il preclinico, con i test su due specie animali (nel caso vaccini una delle due dovrebbe essere Rhesus) serve ad evitare che venga sperimentato nell’uomo quel che nell’uomo mai sarebbe dovuto arrivare. Avevo definito questo orientamento “criminale”. E sotto una condivisione di quel post è spuntato questo commento:

Mah, mi lascia molto perplesso. Su due punti cardine. 1. Criminale? Secondo me il chimico non ha le idee chiare su cosa sia una regola. Faccio un esempio assolutamente minuscolo, ma solo per rendere l’idea. Molti anni fa c’era un camion a rimorchio che non riusciva ad entrare nell’officina dove lavorava mio padre. Peccato che stava bloccando il traffico dell’Aurelia. Mio padre ha semplicemente buttato giù con la mazza un pezzetto di muro. Già mi vedo il chimico che col ditino fa: “No, no, non si fa”. Le regole non sono dei. Hanno un valore puramente funzionale.

Il paragone con situazioni da codice stradale la dice lunga su dove il commentatore aveva messo assieme le sue nozioni quanto a farmaci e vaccini. E infatti, come si nota, non aveva capito una beneamata.

Certo, ci sono quelli che ritengono che la tipa “retrovirus nei vaccini!!!” che hanno visto su Youtube sia una delle maggiori scienziate degli ultimi 30 anni perché poi Youtube ha fatto sparire il video – e invece è una signora nessuno di cui si è sentito parlare per la prima volta per la faccenda XMRV e CFS qualche anno fa, avrebbe potuto rimanere a produrre paper insignificanti e invece ha voluto fare il botto con tanto di causa legale persa e tutto il resto. Sono tre gatti, sono sempre lì, debunking , “divulgazione militante” e advocacy proscienza non ne hanno scalfito le convinzioni. E poi c’è la roba che vi ho appena descritto. E faccio presente che il primo citato, capace di produrre tanto e tale strame, è stato consulente dell’ex presidente della Camera per la famosa faccenda delle fake news. Agghiacciante.

I tempi più cambiano più rimangono gli stessi: questa roba (che secondo qualcuno sarebbe “scienza”, e non so se c’è da piangere o da sghignazzare) è sempre lì, mandata avanti a botte di sillogismi che Aristotele levati e San Tommaso D’Aquino può solo accompagnare.

“I farmaci si approvano dopo pubblicazione peer reviewed”… Descansate niño, che continuo io…

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