Esistono studi scientifici che convalidano l’omeopatia?

Forum ➡️ Domande sull’omeopatia Esistono studi scientifici che convalidano l’omeopatia?

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    Gino SantiniGino Santini
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      Premesso che la medicina omeopatica è una medicina sperimentale per definizione, in quanto si basa sulla conoscenza dei dati sperimentali, clinici e tossicologici dei farmaci utilizzati a fini terapeutici, dal secolo scorso ai nostri giorni si è sviluppata una ricerca scientifica in omeopatia che ha dato luogo a svariate pubblicazioni, non solo su riviste specializzate del settore ma anche su riviste scientifiche “convenzionali” di fama internazionale.
      La ricerca ha seguito due filoni fondamentali:
      • la cosiddetta ricerca di base, finalizzata a dimostrare l’attività biologica dei medicinali omeopatici e delle dosi infinitesimali ed il loro meccanismo biologico. Le più recenti e le più significative ricerche, in questo ambito, hanno seguito la via della chimica a partire da una lettera scritta anche dalla SIOMI nel 2006 (“Hormesis may provide a central concept for homeopathy development” e pubblicata su Toxicology and Applied Pharmacology), cui hanno fatto seguito diverse pubblicazioni scientifiche, tra i cui Autori ci sono Andrea Dei e la SIOMI che hanno dimostrato il meccanismo ormetico nelle diluizioni dei medicinali omeopatici testate con la tecnica del DNA microarray.
      • La ricerca clinica, finalizzata a dimostrare l’efficacia del metodo omeopatico o l’efficacia di un particolare medicinale omeopatico per una specifica patologia.
      Attualmente, rivestono inoltre un particolare significato le cosiddette meta – analisi, che confrontano i dati derivanti da un insieme di studi scientifici pubblicati sulle varie riviste (o presentati in occasione di importanti convegni), arrivando a conclusioni relative alla qualità delle sperimentazioni effettuate e all’affidabilità dei risultati, ed effettuando una valutazione statistica sull’insieme dei dati desumibili dalle differenti sperimentazioni analizzate.
      Vale la pena di ricordare:
      • la metanalisi di J. Kleijnen et al., pubblicata nel 1991 dal British Medical Journal che conclude (riferendosi a 96 diverse pubblicazioni scientifiche in ambito omeopatico) affermando che “È sbagliato dire che l’omeopatia non è stata valutata secondo il metodo moderno di studi controllati”;
      • la metanalisi di K. Linde et al., pubblicata nel 1997 su The Lancet, che dopo avere analizzato 89 studi, conclude affermando che i risultati ottenuti “non sono compatibili con l’ipotesi secondo cui gli effetti clinici dell’omeopatia sarebbero unicamente effetti placebo” e che “È opportuno proseguire le ricerche in omeopatia in modo rigoroso e sistematico”.
      Altre interessanti metanalisi (fra le tante) sono state pubblicate nel 2000 da Huntley A. su “Thorax”, da Hackman R. su “J. Asthma” e da Cucherat M. su “Eur. J. Clin. Pharmacol”.
      Nonostante il conforto di queste ricerche vi è ancora molto da studiare e da comprendere . La ricerca in questo ambito è ostacolata non solo dalla particolarità della materia in esame (che rende non sempre agevole il rispetto di tutti i canoni predefiniti dalla comunità scientifica internazionale) quanto, e soprattutto, dalle scarse risorse economiche disponibili in questo settore.

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