Rapporti tra Coronavirus e terrorismo psicologico

di Quirino Zangrilli, su “Pillole di Psicoanalisi e Scienza” del 21 maggio 2020 – LINK

Il virus psichico

L’epidemia di covid-19 è passata come uno tsunami sulle popolazioni mondiali spargendo, oltre alla morte, un “virus psichico”: il terrorismo psicologico che molti governi nel mondo, in prima fila quello italiano, hanno seminato con la complicità di una informazione manipolata e prona al padrone di turno, che è venuta meno ai suoi doveri di imparzialità.

Basta citare il modo totalmente distorto con cui quasi tutti i media italiani hanno presentato la mortalità negli USA, come la più alta del mondo, “figlia delle folli politiche di Trump”, dimenticando di ricordare che ci sono due parametri, il primo la mortalità sui casi accertati (case-fatality ratio) ed il secondo dei decessi rapportati alla popolazione, che mostrano come al momento in cui scrivo gli USA abbiano dei risultati enormemente migliori del tanto sbandierato “Modello-Italia” (consulta qui i dati in tempo reale). Ho avuto grandi difficoltà sulle mie pagine Facebook a far comprendere a molti miei amici la sostanza dell’evidenza che vedete nei grafici acclusi, tanto i media hanno svolto un’azione martellante in questa direzione.

coronavirus
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Il lockdown

Ci sono evidenze assolute che in stati di cultura e sistemi sociali diversi che non hanno effettuato alcun lockdown o ne hanno messo in campo uno soft si siano avuti risultati migliori in termini di contenimento dell’infezione e degli indici di mortalità assoluta, per non parlare della tutela dei livelli occupazionali.

Nel frattempo il governo italiano, adottando dei provvedimenti di legge ampiamente criticati da tanti costituzionalisti hanno sostanzialmente recluso in casa l’intera popolazione per due mesi determinando il crollo dell’economia nazionale (il più netto crollo al mondo della produzione industriale) e seminando, questo è l’argomento di questa breve pillola, una sindrome universale di tipo fobico-ossessivo di livello borderline.

Sono stati adottati provvedimenti senza alcun razionale scientifico, come l’utilizzo coatto delle mascherine all’aria aperta (non importa se nella gazzetta ufficiale non si fa menzione esplicita di tale misura, se poi un giorno si ed un giorno no i giornali di regime ed i virologi lacchè tuonano contro supposte movide realizzate con trucchi fotografici e contro i giovani che girano senza mascherine).

Lo dico chiaro e tondo: le persone all’aria aperta DEVONO girare senza mascherine, ossigenando i loro polmoni, prendendo il sole, purché siano in condizione, in relazione agli spazi, di rispettare tassativamente le dovute distanze: secondo l’OMS l’interazione infettante è quella che scende al di sotto di un metro (non due, o tre) per un tempo non inferiore ai 15 minuti. Invece si è condotta una campagna di vero e proprio odio che è esitata anche in casi di aggressione contro i runner, trasformati in capri espiatori, come ho cercato di evidenziare in un mio precedente articolo.
I giovani in Italia sono stati privati della scuola, quindi della loro principale interazione sociale, mentre in tutta Europa le nazioni, che pur partivano con un ritardo di diffusione dell’infezione di ben due settimane rispetto all’Italia, hanno già riaperto, se pur con le doverose precauzioni ed in modalità diverse le loro scuole agli studenti.

Condotte di autodistruzione

Il Governo italiano, tramite il suo Ministero della Salute, si è spinto ad invitare a non fare autopsie ai deceduti 1 dimenticando l’elementare nozione che l’anatomia patologica serve non solo a stabilire la causa del decesso, ma soprattutto le modalità con cui questo avviene, per avere preziosissime informazioni sia sulla diagnosi differenziale, che sulla fisiopatologia e dunque sulle possibili terapie.  Prima che si potesse stabilire che il problema cruciale fosse la CID (coagulazione intravascolare disseminata, si lo scrivo con l’acronimo italiano!) che produce delle microtrombosi diffuse in vari comparti e dunque anche nell’albero respiratorio, proprio grazie alle autopsie fatte d’imperio da grandi e coraggiosi Medici, migliaia di malati morivano inutilmente ventilati nelle rianimazioni di tutta italia.

Non si è fatta la cosa elementare: tamponi di massa a tutti i ricoverati in ospedale ed al personale sanitario che operava nelle RSA che ha pagato un prezzo altissimo di morti ed è diventato veicolo privilegiato di contagio: al momento in cui scrivo ben il 67% dei casi totali di contagio sono avvenuti nelle RSA e negli Ospedali, i primi luoghi in cui si doveva intervenire per isolare i cluster (e sarebbe interessante sapere quanti dei casi delle diffusioni in famiglia corrispondano a familiari di pazienti ospedalizzati, studi recenti parlano di un 80-90%).

Crisi e irrazionalità

Ho riassunto queste note incontestabili per ricordare come l’aspetto saliente di come sia stata condotta la crisi-covid nel nostro paese sia uno: totale irrazionalità.

La frase maggiormente spesa dai media è “Nulla sarà mai più come prima!”. Perché? Chi lo dice? Quale è il razionale scientifico di tale apocalittica affermazione? L’umanità ha passato milioni di epidemie nella sua storia e poi tutto è tornato esattamente sostanzialmente come prima. Tanto per citare le ultime epidemie, ben più gravi della presente in termine di potenziale mortalità, ricordiamo la MERS (790 decessi  su 2.200 casi confermati cioè il 36% di mortalità) e la SARS che è misteriosamente scomparsa dal 2004 (misteriosamente per modo di dire, poiché quando studi virologia all’Università ti insegnano che le infezioni in genere si autoconfinano dopo un numero variabile di tempo).

Le conseguenze sullo psichismo

Quali sono state le conseguenze psicologiche di massa di tale impatto?
Assistiamo da una parte ad una diffusione quasi pandemica (questa si!) di una nevrosi traumatica: i cittadini sono shoccati, come instupiditi, disorientati, nessuno ha provveduto a dire loro che sta morendo lo 0,05 della popolazione (avete letto bene). E nessuno ha provveduto a ricordare loro che le epidemie passano, svaniscono, cessano naturalmente di essere un pericolo. Si è preferito instillare un senso di indefinibile terrore senza confini spazio/temporali.

Non vi è nulla di più terrifico di un pericolo senza forma, non rappresentabile, non contenibile nel tempo e nello spazio: è una regressione massiva ai fantasmi della prima infanzia: il buio indefinito che si anima di mostri letali.

Nel 1994 scrissi un libro dal titolo “la vita involucro vuoto”: non credevo di vederlo realizzato in una sorta di sindrome paranoide universale.
Gli arresti domiciliari a cui è stata costretta la popolazione (solo in poche altre nazioni dittatoriali, Cina in primis, si è osato tanto), hanno determinato una abolizione del contatto sociale, l’aspetto che rende umano l’animale uomo. Quando le relazioni umane vengono abolite, si badi bene, quella virtuale non può neppur lontanamente eguagliare quella reale, poiché è enormemente falsificabile (vedi qui), l’essere umano è costretto ad un dialogo interno con le sue proiezioni, ritorna in uno stadio narcisistico pre-relazionale rieditando meccanismi di difesa di tipo paranoide estremamente pericolosi. L’aggressività endofamiliare aumenta e sappiamo dalla cronaca quanti episodi di agiti violenti ci siano stati.

Il disimpegno di Responsabilità

Il penoso refrain di questi giorni sciorinato dal capo del Governo fino ai Governatori e Sindaci di ogni colore politico è: “Fate come volete, ma se non rispettate le leggi, i morti saranno colpa vostra!”. Mentre scrivevo queste righe avevo un proficuo scambio di pareri con Alberto Scerrati con cui ebbi il grande piacere di scrivere a quattro mani la trilogia “Il mal d’amore e la musica”. A lui devo questa riflessione, che in fondo mi è abituale e cara, quella di una società decadente senza Padre. Mentre  fino in epoca pre-68 per migliaia di anni la società era la società della Legge, un vero Padre (o Madre nel caso delle società matriarcali) che incarnava la Legge e prendeva su di sé la responsabilità di farla rispettare liberando dunque il figlio dalla colpa (tu infrangi la Legge, io ti punisco, la tua colpa è estinta) con l’avvento della rivoluzione del 68 il padre è stato defenestrato.

La microsocietà familiare non ha il Garante della Legge. I bambini vengono educati nel seguente modo: ti dico cosa per me sarebbe giusto fare, poi tu fai ciò che ritieni opportuno, ma le conseguenze nefaste dei tuoi errori saranno la tua Colpa. Si lascia cinicamente che i figli facciano tutto ciò che desiderano sperando che si arrivi ad una sorta di auto-temperamento. Quello che si ottiene, invece, è una escalation della trasgressione nella speranza di ricevere un colpo di redini che ti faccia sentire protetto e arginato. Il popolo italiano sta dando prova di enorme responsabilità, ma finche lo Stato non riprenderà la sua funzione di Regolatore del conflitto sociale siamo destinati ad una rapida, drammatica decadenza, Si istalla l’odio tra la popolazione, caldeggiando la delazione, tipico delle società dittatoriali di ogni tempo. Una vera società democratica, invece, espone leggi intellegibili e chiare, e si fa essa stessa garante di farle rispettare comminando pene adeguate. Non si dice: “se riprende il contagio è colpa vostra!” ma si individuano tempestivamente i pochi trasgressori comminando loro pene efficaci e certe.

Il demone del virus

Si è voluta artatamente veicolare l’informazione di trovarsi di fronte ad un’arma mortale invincibile: la gente è stata invitata addirittura a disinfettare le confezioni della spesa! A quanto si sa per acclarato scientificamente finora  sappiamo che il SARS-CoV-2 è un virus a trasmissibilità respiratoria: col suo respiro un infetto può emettere i droplets, le microgoccioline di vapore acqueo che possono anche contenere  cellule dove è attiva la replicazione virale.

Poniamo il caso che uno sventurato entri in contatto  con le mani con queste goccioline fresche. Bene, contrariamente a quello che milioni di persone sono state indotte a credere, il virus non si trasmette per via cutanea né per via orale. Non c’è ancora alcuna pubblicazione scientifica che abbia dimostrato che dei soggetti si siano infettati toccando superfici o oggetti. Bisognerebbe ridar vita ai droplets ed inalarli! Oppure strofinarsi gli occhi al più presto possibile prima che il droplet si essicchi all’aria. Un caso possibile ma rarissimo, statisticamente ininfluente.

Invece la percezione pubblica è quella di un irrazionale pericolo di natura animale che fa drizzare il pelo appena una persona mostri lontanamente di avvicinarsi. Non sono radiazioni letali. Basterà pensare a chi gira da solo, all’interno della sua automobile, indossando la mascherina.

Questo bisognerebbe iniziare a dire. Ribadire i capisaldi dell’OMS, gli unici finora dimostrati: il SARS-CoV-2 è un virus a diffusione respiratoria che può infettare allorché un paziente infetto, e concediamo anche l’asintomatico (che è da dimostrare) stazioni per oltre 15 minuti ad una distanza inferiore ad 1 metro da un’altro soggetto.

Perché dunque privare della libertà, del sole, dell’aria pura, del mondo un’intera popolazione quando sarebbe bastato vigilare su ben evidenti assembramenti invece di ridurre le forze di polizia a violatori della privacy individuale con le ridicole autocertificazioni che hanno fatto ridere il mondo intero?

Sapete che “l’irresponsabile Svezia” utilizzata spesso da alcuni virologi telegenici  come pietra dello scandalo, ha, nel momento in cui scrivo (per i dati aggiornati in tempo reale vedere qui) una mortalità per 100.000 abitanti di 37 mentre l’Italia è al 53,5? Nessuno ve lo ha detto, vero?
Si tratta di suggestione negativa costruita a fini terroristici. Non è questa la sede per analizzare le ricadute sociali e politiche di tale condotta.

L’angoscia di morte

Qui mi preme ricordare che si è creata un’ondata di angoscia di morte degna di un conflitto bellico, anzi a dire il vero di gran lunga superiore, poiché prima dei criminali bombardamenti di massa dei civili posti in essere durante l’ultimo conflitto mondiale, le popolazioni lontane dal fronte facevano una vita più o meno normale. Qui il nemico è ovunque, è nell’aria, è in qualsiasi persona: una rupofobia 2  globale è stata indotta nelle masse. I rituali di lavaggio cominciano a divenire ossessivi in molte persone: certo è difficile produrre una nevrosi fobico-ossessiva artificiale, ma slatentizzarla in migliaia di individui predisposti che prima erano in un accettabile equilibrio questo è ben possibile.

Un governo pateticamente paternalista ha preferito trattare i propri cittadini come bambini da controllare e reprimere invece di renderli informati scientificamente e responsabili nei comportamenti. Ci si aggancia sempre allo stereotipo che l’italiano sia indisciplinato (fatto smentito seccamente dalla risposta globale) dimenticando che i figli sono indisciplinati quando li si costringe a pratiche che non comprendono mentre si adeguano ai consigli parentali quando gli si spiega il razionale di certe richieste che vanno contro il principio di piacere.

Riscontriamo un aumento vertiginoso di disturbi da attacco di panico. Si auspica che un’informazione responsabile, basata sull’esperienza storica delle pandemie venga veicolata al più presto,  ad esempio dando il legittimo risalto a certezze scientifiche virologiche come la stagionalità dei Coronavirus (perché il diabolico SARS-CoV-2 che pur appartiene a questa famiglia di virus dovrebbe fare eccezione?), la loro provata suscettibilità all’alta temperatura ambientale probabilmente dovuta all’esaurimento/essiccamento rapido dei droplets e l’evidenza di robusta immunità protettiva recentemente dimostrata (per ora sui macachi) in  uno studio pubblicato su ‘Science’ dai ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center che hanno dimostrato che “l’infezione da Sars-CoV-2 protegge da una nuova malattia in caso di ri-esposizione”
Non c’è virus peggiore del terrore di massa.

Note

1 – circolare n. 15280 del 2 maggio 2020) : “…Per l’intero periodo della fase emergenziale non si dovrebbe procedere all’esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati di COVID-19, sia se deceduti in corso di ricovero presso un reparto ospedaliero sia se deceduti presso il proprio domicilio”

2 – La rupofobia è la paura patologica ed irrazionale nei confronti dello sporco e, più in generale, di tutto ciò che non è igienico o rappresenta una potenziale fonte di contaminazione.

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