Alla ricerca del buon senso perduto

di Gino Santini

Ho ricevuto una multa perchè la mia macchina risultava parcheggiata sulle strisce pedonali una domenica alle 15 di pomeriggio, in Via Adolfo Venturi. In linea di massima, nulla da eccepire: se penso a chi meno fortunato di me perchè in carrozzella (ma anche tutti i normali pedoni) non può scendere dal marciapiede, la trovo una sanzione sacrosanta. Poi però se uno guarda con attenzione la foto del posto dove è avvenuto il “fattaccio” (qui la mia macchina non si vede perchè l foto è di qualche minuto fa e il tutto è avvenuto a metà novembre) non posso evitare qualche riflessione.

La più importante: buona parte dello spazio delimitato dalle strisce pedonali di questa strada non è utilizzabile dai pedoni per la presenza di sbarre posizionate in epoche passate per non fare parcheggiare sul marciapiede. Quando sono costretto a parcheggiare perchè il salatissimo garage che sono costretto a pagare è chiuso (come la domenica alle 15) sto molto attento a occupare solo parzialmente, se capita, l’ingombro delle strisce limitandomi allo spazio dello sbarramento, comunque non transitabile a prescindere se la mia macchina sia parcheggiata o meno. Attenzione che, per esempio, è clamorosamente mancata ai proprietari delle macchine sull’altro lato della foto.

Altre riflessioni plaudono alla solerzia di una coppia di vigilesse ammirevoli per il loro lavoro anche in un giorno festivo, purtroppo cadute in una evidente carenza di buon senso, in gran parte sostituito da abbondanti dosi di rigidità mentale; analogo plauso anche all’integerrimo cittadino che, probabilmente per ingannare la noia di una domenica pomeriggio, ha pensato bene di allarmare la Municipale per proseguire la sua battaglia personale contro la dilagante categoria degli automobilisti indisciplinati; poco conta che nulla venga fatto per limitare in qualche modo un’altra categoria, quella dei pedoni che camminano lungo la strada sempre e dovunque (anche di notte e al buoi) quando i marciapiedi sono larghi e liberi come in Via Adolfo Venturi, per esempio.

Curioso che il suddetto cittadino e le sopramenzionate vigilesse non si siano mai affacciati il venerdì sera oppure il sabato notte, quando Via Venturi è in balìa di ben altre tipologie di parcheggio selvaggio (stendiamo un velo pietoso sulla rumorosità fino a tarda ora). Mi auguro che i proventi di questo obolo forzato alle casse comunali almeno possa servire a costruire idonei scivoli clamorosamente mancanti (vedi ancora foto), ma lasciatemi coltivare il beneficio del dubbio: purtroppo il buon senso, come insegna questa storia, non è merce soggetta a compravendita.

Gino Santini
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Direttore dell'Istituto di Studi di Medicina Omeopatica di Roma. Segretario Nazionale SIOMI. Giornalista pubblicista. Appassionato studioso di costituzioni e del genere umano.

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