di Claudio Pagliara, oncologo, 31 ottobre 2020 – LINK
Richard Horton, direttore del “The Lancet”, la rivista medico-scientifica più autorevole a livello mondiale, fa chiaramente comprendere quanto sia sbagliata l’attuale strategia di lotta al coronavirus. Si tratta di una strategia troppo settoriale, perché limitata a cercare esclusivamente di tagliare la linea di trasmissione del virus. Purtroppo tutti i DPCM seguono questa logica perdente. Questo approccio parcellare, infatti, è fallimentare perché non solo non tutela la salute pubblica e non previene le morti ma determina anche una profonda crisi economica.
Il crollo dell’economia determina inevitabilmente lo sviluppo delle condizioni (disoccupazione, povertà, malnutrizione, depressione, rabbia, disordini, paure etc.) che favoriscono la stessa virulenza del coronavirus e di altre patologie. In base a quanto sostenuto sul The Lancet è ormai evidente che non si può più credere di vincere il COVID-19 limitandosi a proporre e ad imporre interventi mirati esclusivamente alla catena di trasmissione del virus. Richard Horton afferma: “COVID-19 is not a pandemic. It is a syndemic .“ Il COVID-19 non è una pandemia. È una sindemia.
La conseguenza inevitabile di questa nuova consapevolezza è l’esigenza di applicare finalmente un approccio integrato e olistico. Cioè un approccio con una visione d’insieme, consapevole delle logiche legate alle dinamiche di sistema. Questa è la via maestra per tutelare la salute pubblica e per prevenire con maggiore efficacia ed efficienza le morti. Horton, infatti, afferma : “Approaching COVID-19 as a syndemic will invite a larger vision, one encompassing education, employment, housing, food, and environment.” Approcciarsi al COVID-19 come ad una sindemia ci inviterà ad avere una visione più ampia, che comprenda educazione, lavoro, alloggio, cibo e ambiente.
È importante, quindi, occuparsi, non solo della catena di trasmissione del virus, ma anche della diffusione nella popolazione delle conoscenze sulle cause delle malattie (stili di vita, alimentazione, attività fisica etc.), così anche della tutela del lavoro, della malnutrizione e dell’inquinamento ambientale che rappresentano variabili, come è ormai ampiamente noto, che interferiscono sull’andamento del covid-19.
“In the case of COVID-19, attacking NCDs will be a prerequisite for successful containment.” Nel caso di COVID-19, attaccare le malattie croniche non trasmissibili sarà un prerequisito per un contenimento di successo. Avere una visione sindemica, quindi olistica e integrata significa occuparsi anche delle condizioni che favoriscono, a causa dell’interazione con le malattie cronico degenerative , la malnutrizione, l’inquinamento ambientale, la virulenza del virus e la sua letalità.
“…by showing how an integrated approach to understanding and treating diseases can be far more successful than simply controlling epidemic disease or treating individual patients.” Mostrando come un approccio integrato alla comprensione e al trattamento delle malattie può avere molto più successo rispetto al semplice controllo della malattia epidemica o al trattamento dei singoli pazienti. Un approccio esclusivamente confinato ad un intervento settoriale, anche se apparentemente vantaggioso, produce effetti collaterali, come povertà economica, disoccupazione, isolamento, disparità sociali, depressione, paura, stress, etc. Condizioni tutte che favoriscono proprio quelle variabili che permettono anche una maggiore virulenza e letalità del virus.
Un’intervento esclusivamente settoriale, non informato da una strategia integrata, quindi da una strategia olistica, determina una serie di effetti collaterali, non valutati perché non preventivati, su diverse variabili (patologie croniche non trasmissibili con relativo aumento delle morti, economia, cibo, ambiente etc.) che interagiscono con effetto sinergico (sindemia) in modo negativo sull’andamento dello stesso COVID -19. Non si può intervenire con efficacia ed efficienza su una malattia senza conoscere il contesto che ne favorisce la diffusione, la virulenza e la letalità. Si tratta, quindi, di agire sulle condizioni che favoriscono la virulenza e la letalità del virus.
Per comprendere l’importanza di ragionare con una logica di dinamica di sistema, bisogna, ad esempio, immaginare le possibili conseguenze della messa in ginocchio dell’economia del paese. In questa ipotesi di profonda crisi economica crollerebbero inevitabilmente le tasse, aumenterebbero i costi sociali, e lo stato non avrà i soldi necessari per sostenere il SSN, con conseguente sfascio e crollo delle strutture sanitarie. Le conseguenze? Non è difficile immaginarle. Ormai dovrebbe essere chiaro a chiunque cerchi di ragionare con la propria testa e con il proprio cuore che continuare con interventi esclusivamente settoriali, volti, cioè, a interrompere solo la catena di trasmissione del virus, quindi, continuare con la filosofia dei DPCM finora partoriti, ci porta su una pericolosa strada sbagliata.
La soluzione è nella strategia proposta da R. Horton del The Lancet.
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