Omeopatia, tra servizio pubblico e interessi privati

di Gino Santini – Da Omeopatia33 del 12 maggio 2023

Dopo qualche settimanam quindi a bocce ferme, ammetto che le premesse sembravano buone: Francesco Macrì ci aveva annunciato una sua lunga intervista rilasciata a una giornalista di “Mi manda Rai 3“. In Siomi abbiamo accolto la notizia con piacere perchè, ci siamo detti, finalmente il servizio pubblico si stava accorgendo della Medicina Integrata. Poi arriva la domenica mattina del 15 aprile e con la trasmissione arriva anche il crollo di tutte le aspettative: più che un servizio giornalistico, si assiste ad una vera e propria crociata in chiave anti-omeopatica. Fortunatamente l’Auditel ha visto programmi con maggiore seguito: lo share è del 4,5% pari a 230 mila spettatori, numeri decisamente bassi anche per Rai 3. Molti i nomi illustri che hanno partecipato alla mattanza: dall’immancabile Garattini all’immunologa Antonella Viola, da Domenico Crisarà in quota FIMMG fino a Silvia Bencivelli, qualificatasi divulgatrice scientifica. Tutti accomunati dal fatto di essere odiatori seriali dell’omeopatia, sebbene privi della benché minima conoscenza della disciplina omeopatica e, di conseguenza, diffusori a piene mani di luoghi comuni e di sentito dire sull’argomento.
Che tirasse un’aria non proprio edificante si era capito subito dall’apertura della trasmissione, un elenco di pazienti vittime di errori di medici omeopatici. Il che sembrava autorizzasse chiunque a dare addosso all’omeopatia, invece di sottolineare la malpractice del singolo medico che, non seguendo i razionali dettati dalle Società Scientifiche come la Siomi, ma estremizzando una prassi clinica che sarebbe di per se perfettamente integrabile nella medicina moderna, aveva posto a serio rischio la salute del paziente. Non ci sembra che per lo sbaglio di un cardiologo si metta al bando la cardiologia o per l’errore di un chirurgo si butta alle ortiche tutta la chirurgia…
Bruno Galeazzi, presidente Fiamo chiamato a difesa della creatura di Hahnemann, ce l’ha messa tutta, ma la sfida era oggettivamente impari; anche quando è stata chiamata in causa la ricerca scientifica il tenore non è cambiato ed è ricominciata la fiera del luogo comune. Ed ecco, puntuali come una cartella esattoriale, spuntare fuori l’articolo di Shang e il report Australiano, già adeguatamente ridimensionati a suo tempo e in sedi sicuramente più autorevoli di uno studio televisivo. Ma evidentemente nessuno aveva detto nulla alla povera immunologa che, dal suo collegamento esterno, continuava a sbandierare uno smartphone che mostrava imperterrito lo sbugiardato articolo del Lancet.
E l’intervista a Francesco Macrì? Ancora peggio, se possibile: quasi un’ora di intervista con considerazioni coerenti e inconfutabili su omeopatia e Medicina Integrata conditi da precisi commenti alla malpractice ridotta a pochi frammenti di tecnica farmaceutica e di richiami alle pubblicazioni scientifiche esistenti (ci spiace per i diversamente competenti chiamati in causa, ma quasi 400 numeri di Omeopatia33 stanno lì a dimostrarlo), con l’atteggiamento semi-ironico della giornalista che lo stava intervistando. In effetti, sembrava di essere tornati indietro, molto indietro, ai tempi di SuperQuark, quando la buonanima di Piero Angela commissionava inchieste televisive sull’omeopatia raccomandando ai propri giornalisti di evitare accuratamente tutto quello che poteva portare giustificativi oggettivamente a favore e raccogliendo solo quanto poteva affossare la disciplina.
Della trasmissione “Mi Manda Rai 3” ha infastidito non poco (pur comprendendo le necessità di audience, se non di assecondamento di probabili ordini di scuderia) il tentativo di alimentare la contrapposizione, di ribadire la pseudo-veste alternativa degli omeopati e, finanche, di sminuirne le conoscenze mediche e scientifiche. Al punto che il conduttore continuava a chiedere a tutti se, assurdamente, l’omeopatia potesse sostituirsi alle terapie convenzionali e la suddetta giornalista dal piglio sardonico non si capacitava del fatto che una strategia omeopatica non curasse una malattia ma un malato.
Evientemente con la fine della pandemia si riaprono le ostilità e riparte la stagione di caccia all’omeopata. Anche questa volta la Siomi, nella figura del suo Presidente, ha cercato di fare prevalere serietà scientifica e competente autorevolezza sulla solita narrazione aneddotica che viene schierata in confronti mediatici da chi ne sa poco o nulla. Di sicuro la Rai ha perso un’ottima occasione per sgombrare il campo dalle affermazioni che la vedono incapace di trattare nel modo corretto filoni informativi riguardanti la salute e la sicurezza dei propri telespettatori. Con buona pace di medici e farmacisti, che si sono faticosamente costruiti negli anni una competenza clinica integrata basata sulla complessità dell’organismo umano e, soprattutto, sulla piena soddisfazione dei loro pazienti.

Gino Santini
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Direttore dell'Istituto di Studi di Medicina Omeopatica di Roma. Segretario Nazionale SIOMI. Giornalista pubblicista. Appassionato studioso di costituzioni e del genere umano.

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