di Gino Santini
L’insieme dei microrganismi che colonizzano il nostro corpo costituiscono un ambiente omogeneo definito microbioma, con caratteristiche diverse a seconda dell’area di appartenenza (intestino, pelle, vagina, cavità nasali, etc.). Anche la bocca non sfugge a questa colonizzazione, che coinvolge mucose, denti e saliva. Il gruppo cinese coordinato da Shaohong Huang ha recentemente affrontato sul Journal of Translational Medicine1 la suggestiva ipotesi di una compartecipazione attiva dei microrganismi della bocca al mantenimento del benessere immunitario dell’organismo, con particolare riguardo alla lotta contro le patologie autoimmuni. A riprova di questa ipotesi il fatto che la disregolazione nel microbioma orale gioca un ruolo cruciale nell’innescare e promuovere malattie autoimmuni attraverso diversi meccanismi, tra cui la traslocazione microbica, i fenomeni di mimetismo molecolare, la sovrapproduzione di autoantigeni e l’amplificazione delle risposte autoimmuni da parte delle citochine. Più in dettaglio – scrivono gli autori – quando l’omeostasi del cavo orale va incontro a una disbiosi si possono verificare malattie infiammatorie intestinali, artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, sindrome di Sjogren, spondilite anchilosante, sclerosi multipla, malattie epatiche autoimmuni e nefropatie. Ne consegue che in aggiunta a quanto normalmente viene effettuato a livello di igiene orale per combattere le disbiosi del cavo orale dovute a stress, fumo e infezioni, è necessario inserire strategie terapeutiche mirate, soprattutto adesso che abbiamo una migliore comprensione dei complessi meccanismi che coinvolgono microbioma e sistema immunitario; fra le scelte a disposizione, una delle più promettenti sembra essere quella di ristabilire l’eubiosi del cavo orale mediante l’utilizzo di probiotici mirati ad elevata concentrazione.
- 1.Huang X, Huang X, Huang Y, et al. The oral microbiome in autoimmune diseases: friend or foe? J Transl Med. 2023;21(1):211. doi:10.1186/s12967-023-03995-x
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