di Gino Santini, su “Omeopatia33” dell’8 dicembre 2017
Ci risiamo. Ancora questo vizio, appartenente ad un giornalismo di bassa lega, di creare titoloni-esca alla ricerca di click facili e poco impegnativi. Questo è l’esempio del Corriere della Sera, ma anche altre testate (l’Huffington Post, il Fatto Quotidiano o Il Giornale per citarne altri) evidenziano nel titolo un utilizzo criminale dell’omeopatia, che solo loro hanno visto. Capisco che le linee editoriali vanno seguite anche a scapito della correttezza delle notizie, ma qui stiamo andando un filo oltre.
Oltreconfine, dove il livore anti-omeopatico viene mantenuto a livelli fisiologici, se leggo la stessa notizia su media stranieri (Mail Online, El Pais, El Periodico), vedo che i titoli sono perfettamente esplicativi di quello che sono i fatti: i giornalisti stranieri, in modo più professionale,stigmatizzano l’atteggiamento totalmente fuori della razionalità di genitori che vivono per un mese accanto alla salma del figlio, parlando molto genericamente di “medicine alternative” e ponendole in un ruolo giustamente secondario alla follia che ha caratterizzato questo tragico evento.
Sarebbe interessante chiedersi dove si trovano adesso tutti i moralizzatori della stampa italiana, quelli che non perdono occasione per “sbufalare”, ovvero sottolineare alcune brutte abitudini che imperversano in alcune redazioni, che vanno dal “copiaincollare” veline di agenzia senza prima verificarne il contenuto a delle vere e proprie rielaborazioni estremamente fantasiose e, proprio per questo, lontane da quel canone di obiettività e descrizione dei fatti che dovrebbe essere alla base della deontologia dell’informazione. Tutto per qualche click in più, ma che i movimenti ripulitori di fake questa volta non sembrano avere recepito, nonostante si muovano rapidamente e in modo attivissimo.
Ho aspettato parecchio, ma le mannaie moralizzatrici non sembrano comparire all’orizzonte. Eppure l’occasione mi sembra una delle migliori: verrebbe da pensare che in questi personaggi, apparentemente senza macchia e senza paura, la tanto sbandierata obiettività non sia riuscita a superare l’opportunità di tacere e di lasciar diffondere una scheggia che porta molta acqua al mulino della causa anti-omeopatia. Come dire, per questa volta le armate anti-fake, abbandonano la loro infallibile solerzia e lasciano correre; si scopre così che anche loro, alla fine, sono esseri umani e quindi coinvolti dalle stesse debolezze che pretendono di correggere negli altri.
Come era quella storia della trave e della pagliuzza?
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