di Gino Santini, da “Omeopatia33” del 13 marzo 2020
Mentre stiamo scrivendo l’Italia è spaccata in due da un virus che, come tutti i virus che si rispettano, viene circoscritto a fatica e ha riscoperto l’italico vizio di farsi cogliere impreparati. Eppure i segnali provenivano forti e chiari, amplificati da “esperti” che però non sono stati presi sul serio. Verrebbe da chiedersi se cotanta veemenza, abitualmente addizionata a buone dosi della solita arroganza, non abbia amplificato in modo eccessivo un rumore di fondo che, alla fine, ha coperto anche il segnale utile.
Se ci riportiamo indietro nel tempo, ma parliamo di neanche qualche mese fa, gli autorevoli di cui sopra tuonavano con analoga e medesima arroganza, mostruose inesattezze contro l’omeopatia e i loro utilizzatori, definendo come cialtroni dei professionisti seri e preparati e come sciocchi creduloni i pazienti guariti e soddisfatti, addirittura scrivendoci anche qualche libro sopra. Con l’improvviso cambio di scenario dettato dal COVID-19, questi stessi personaggi scarsamente competenti in omeopatia, ma molto desiderosi di vetrine mediatiche, si sono ovviamente affrettati a dire la loro: cambia il messaggio, quindi, ma rimane invariato il tono e il livello di prosopopea. Al punto che, con l’inevitabile attrito provocato dalle colte esternazioni dei soliti noti, nella casa dello scientismo sono cominciati a volare i consueti stracci. Incidentalmente, anche Bill Gates, noto esperto di virus informatici, si è sentito in dovere di dire la sua dalle colonne del prestigioso New England of Medicine, allungando a sua volta la lista degli esperti in ovvietà.
Fortunatamente gli operatori sanitari italiani che si sono trovati in prima linea si sono tappati le orecchie e rimboccate le maniche: mentre il virologo di vaglia sfornava a tempo di record l’ennesimo libro sull’argomento (quando si dice avere il tempismo editoriale nel sangue), medici e infermieri si dannavano l’anima per circoscrivere l’area di contagio, districandosi con buon senso e fatica in mezzo alle numerose decisioni tra il drastico e il superfluo che provenivano dai piani alti, indicazioni adesso fortunatamente più organiche e mirate.
E gli omeopati? Dal canto loro le associazioni omeopatiche più rappresentative, quella indiana e l’europeo ECH, in mancanza di alternative valide si sono orientati su medicinali come Arsenicum album e Gelsemium, senza alcuna pretesa certo di risolvere il problema, ma con il sincero intento di fornire solo indicazioni di massima. Indicazioni, vale sottolinearlo, fornite con adeguata umiltà scientifica e in piena sintonia fra loro, dimostrando ancora una volta che “il metodo proposto da tanto tempo, è quello di d’osservare, ascoltare, paragonare, pensare, prima di parlare. Ma parlare… è talmente più facile di tutte quell’altre insieme, che anche noi, dico noi uomini in generale, siamo un po’ da compatire”, come scrive Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi al capitolo XXXII.
Si, illustre prof. Burioni, quello della peste, quella vera.
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