di Andrea Dei, su “Omeopatia33” del 12 novembre 2015
Comincio a pensare che Vico avesse ragione. Con la periodicità sistematica di un geyser, riaffiora la farsa grottesca con venature di sceneggiata alla Merola che vede la contrapposizione fra i detrattori e i sostenitori dell’omeopatia in nome della scienza. L’occasione è la pubblicazione del libro “Acqua fresca?” da parte di Garattini e dei suoi collaboratori che a vedere dai blog e forum sui vari giornali sta ricevendo un consenso strepitoso da parte di un numero rilevante di descamisados, fra i quali giova ricordare il mitico CICAP.
Dichiarato scopo del libro (vedasi prefazione dell’Editore) è la possibilità della possibile ufficializzazione dell’omeopatia da parte del Sistema Sanitario Nazionale. Nel contempo si assiste al ritiro del libro “Elogio dell’Omeopatia” del presidente di Omeoimprese, Giovanni Gorga, reo di riportare una innocentissima e totalmente imparziale introduzione del Ministro della Salute Lorenzin che ne ha disconosciuto la paternità dopo mesi di pubblicazione del libro.
La vicenda è oscura e i due casi all’apparenza son disgiunti, ma sui giornali vengono opportunamente associati e la cosa non è casuale. Le rimostranze della controparte (leggi i sostenitori dell’omeopatia) arrivano flebili e inappropriate e, salvo qualche comunicato sensato, mirano a ribadire col loro assordante mutismo la loro inconsistenza. Non sono un medico, ma la scienza di parrocchia di Garattini volta a determinare quella di Stato comincia a pesarmi.
Non sto qui a ricordare il ruolo centrale con cui il nostro sistema sociale con istituzioni, industrie e finanziamenti forgia la pratica medica dominante. Ricordo solo di non aver mai sentito Garattini dire che i farmaci che lui avalla sono efficaci solo nel 40% dei casi e che molto spesso producono danni. Non mi rimetto alle firme di migliaia di soci del CICAP (spesso medici è vero, ma anche baristi, panettieri, contabili, cercatori di funghi, etc.) per credere o no alla legge di gravità di Newton o alla meccanica quantistica.
Mi limito a pensare che la medicina può essere considerata scientifica nel senso di pratica razionale, che come tale può favorire sistematicamente la guarigione di un malato. Osservo semplicemente che il tema della razionalità in medicina ha un accento polemico che non esiste nelle altre scienze e non si esita a definire un collega ciarlatano sfruttando poteri pubblici e i media (sempre genuflessi nell’occasione) allo scopo di essere primo attore nella determinazione della ricerca medica. Lo troverei giustificato se da scienziato mi fossi dato da fare, avessi disegnato esperimenti, consultato la letteratura ovvero se avessi fatto fatica per dimostrarlo, percorrendo la strada in salita. Farlo in discesa cavalcando il pregiudizio lo pone scientificamente alla pari di quelli che insegnano omeopatia, basandosi su principi indimostrati. Ma se banalmente si affronta la questione con i metodi scientifici che le moderne tecnologie mettono a disposizione e si studiano i risultati sperimentali ottenuti da altri ricercatori, ovverosia si dura fatica, ci si accorge che sia i Garattini con la sua acqua fresca sia taluni omeopati, con le loro pretese illazioni a dispetto della quantizzazione, hanno torto e sono loro che in realtà professano la non-scienza.
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