L’allegra superficialità degli epatologi indiani contro l’omeopatia

di Gino Santini – Da Omeopatia33 del 14 luglio 2023

Il titolo dell’articolo pubblicato su Hepatology Communications​1​ non sembra avere dubbi: i medicinali omeopatici possono indurre delle gravi lezioni al fegato. E allora ti chiedi se la banda musicale anti-omeopatia abbia cambiato i propri spartiti, passando dalla filastrocca “omeopatia uguale acqua fresca” ad una più lugubre marcia funebre del tipo “omeopatia uguale danno organico certo”; il quale, se proprio vogliamo dirla tutta, sarebbe potuto essere anche auspicabile, se non altro perchè dimostrerebbe che non è l’acqua fresca di scettica memoria. Poi vai a leggere l’articolo e si scopre che, dopo essere partiti da 243 pazienti suscettibili di un peggioramento della loro patologia epatica (DILI, Drug-Induced Liver Injury), alla fine solo nove di questi potevano essere presi in considerazione perchè sicuramente trattati solo con l’omeopatia. Sentenza comunque inappellabile, nonostante l’esiguità del campione (a parti invertite immaginiamo gli stracciamenti di vesti), perchè seguita da tutta una serie di indagini e accertamenti che dimostravano in modo inequivocabile le sicure colpe della strategia omeopatica.
Il sopracciglio inevitabilmente si corrucciava quando, a un certo punto dell’articolo, gli autori scrivono che “un insieme di 156 composti sono stati identificati in 15 rimedi omeopatici”. Fra i composti messi in luce dagli esami tossicologici è uscito di tutto: glucocorticoidi, benzodiazepine e fitosteroidi, oltre a una buona dose di solventi (benzene, butano, aldeide e acido carbossilico), tutti in varie quantità e rigorosamente non indicati in etichetta. Si scoprirà che si parlava di complessi omeopatici, oltretutto preparati senza assolutamente seguire le corrette norme di farmacopea. E poiché i poveri epatologi indiani non avevano la benché minima idea da cosa fosse composta una corretta prassi omeopatica, come ormai avviene solitamente in questi casi, hanno preferito gettare la croce su tutta la disciplina e buonanotte al secchio, come si usa dire. Un po’ come se, una volta scoperto che il paracetamolo rappresenti una tra le principali cause di epatite acuta​2​, venisse messa al bando tutta la medicina convenzionale!
A dire il vero, che la “colpa” delle DILI riscontrate nei nove pazienti fosse dovuta alla malpractice di preparazione da parte di aziende con pochi scrupoli (comunque sempre meno dei controlli sanitari effettuati dalle autorità competenti) qualcuno ha provato a dirlo agli autori, segnatamente il Central Council for Research in Homeopathy (CCRH)​3​ e il National Homoeopathy Research Institute in Mental Health​4​, ma non c’è stato nulla da fare: gli autori hanno etichettato le suddette obiezioni come irrazionali e illogiche.
Come spesso dichiarato dalla Siomi, ne consegue la necessità, parlando di pubblicazioni scientifiche sull’omeopatia, di avere sempre nel gruppo di studio un riferimento competente che spieghi ai colleghi, soprattutto a quelli pervasi da sentimenti di giustizialismo clinico che, per esempio, l’omeopatia non prevede la prescrizione di Tinture Madri (TM), che i complessi omeopatici (definizione che sappiamo largheggiare alquanto nell’arruolare i propri costituenti) non rappresentano la strategia primaria di un omeopata e, magari, anche la differenza tra evento avverso e aggravamento omeopatico. Altrimenti si finisce per leggere, come è stato scritto nell’articolo in questione, che “finalmente viene negato il mito che l’approccio omeopatico sia composto da sostanze ultra-diluite prive di effetti collaterali”.
Salvo poi schizofrenicamente dichiarare, nelle conclusioni, che “le DILI in questione erano dovute all’uso di TM, inadeguati processi di diluizione, contaminazioni e processi di adulterazione”. Ma allora, si chiederebbe una mente sicuramente più razionale degli epatologi indiani, cosa c’entra l’omeopatia in tutto questo?

Bubliografia

  1. 1.
    Theruvath A, Raveendran R, Philips C, et al. A series of homeopathic remedies-related severe drug-induced liver injury from South India. Hepatol Commun. 2023;7(3):e0064. doi:10.1097/HC9.0000000000000064
  2. 2.
    Ishitsuka Y, Kondo Y, Kadowaki D. Toxicological Property of Acetaminophen: The Dark Side of a Safe Antipyretic/Analgesic Drug? Biol Pharm Bull. 2020;43(2):195-206. doi:10.1248/bpb.b19-00722
  3. 3.
    Philips C, Theruvath A. Homeopathic remedies and liver injury: Authors’ reply to central council for research in homeopathy. Hepatol Commun. 2023;7(6). doi:10.1097/HC9.0000000000000170
  4. 4.
    Philips C, Theruvath A. Homeopathic formulations and liver injury: Authors’ reply to national homoeopathy research institute in mental health. Hepatol Commun. 2023;7(6). doi:10.1097/HC9.0000000000000176
Gino Santini
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Direttore dell'Istituto di Studi di Medicina Omeopatica di Roma. Segretario Nazionale SIOMI. Giornalista pubblicista. Appassionato studioso di costituzioni e del genere umano.

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