di Massimo Fioranelli
Vorrei sapere da lor signori, disse la Fata, rivolgendosi ai tre medici riuniti intorno al letto di Pinocchio, vorrei sapere da lor signori se questo disgraziato burattino sia vivo o morto!…
A quest’invito, il Corvo, facendosi avanti per il primo, tastò il polso a Pinocchio: poi gli tastò il naso, poi il dito mignolo dei piedi: e quand’ebbe tastato ben bene, pronunziò solennemente queste parole: a mio credere il burattino è bell’e morto: ma se per disgrazia non fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che è sempre vivo! Mi dispiace, disse la Civetta, di dover contraddire il Corvo, mio illustre amico e collega; per me, invece, il burattino è sempre vivo; ma se per disgrazia non fosse vivo, allora sarebbe segno che è morto davvero. E lei non dice nulla? Domandò la Fata al Grillo-parlante. Io dico che il medico prudente, quando non sa quello che dice, la miglior cosa che possa fare, è quella di stare zitto.
Solo i grandi artisti riescono a cogliere il senso della realta’, immutabile nel tempo. Con licenza temporale, stamattina Collodi ha acceso la TV ed ha ascoltato uno dei pediatri del comitato tecnico scientifico che ci comunicava la solita cantilena, bisogna essere cauti, rispettare le norme che sono state emanate, qualsiasi cosa vogliano significare. Ad una semplice domanda, come giustifica l’incidenza di sindrome di Kawasaki riscontrata a Bergamo? La risposta, che ormai abbiamo imparato a sentire in altre tragiche situazioni: c’e’ molta attenzione, monitorizziamo la situazione. Non c’e’ dubbio che anche questa patologia venga messa in relazione al covid19, nonostante non ci sia neanche, al momento, un minimo indizio. Ma si sa’, cosa sono oggi le malattie se non delle forme cliniche di infezione da covid19 come ripetono tutti come un mantra?
Poi sono sopraggiunti il gatto e la volpe: la Fimmg (Federazione medici medicina generale) e Simg (Società italiana medicina generale), cioe’ le associazioni che rappresentano i medici di base, che firmano un contratto con la SANOFI, multinazionale farmaceutica, per la formazione dei medici di base. Non credo ci siano piu’ parole per descrivere il marasma in cui siamo precipitati. Non so se ci sia alcun disegno, se tutto questo sia il risultato di qualcosa di preordinato; quello di cui sono convinto e’ che, purtroppo, tutto questo e’ il risultato di un paradigma della medicina che non abbiamo avuto la forza di contrastare; la mancanza di una visione sistemica, la riduzione della scienza ad uno scientismo, condito da gravi conflitti di interesse.
Il fallimento della mia generazione di medici e’ evidente; la gente ha perso la fiducia in una scienza medica, che, anche se tanto ha dato al benessere umano, ormai e’ profondamente in crisi.Oggi nella nostra regione, senza nessuna ragione scientifica, ci viene imposto di indossare le mascherine anche per incontri all’aperto. Gran parte degli italiani hanno spontaneamente indossato mascherine da tempo, per strada, anche senza obbligo formale; tuttavia nemmeno l’OMS le raccomanda universalmente. La nostra fisiologia e le nostre vie aeree sono un sistema selezionato dalla natura in milioni di anni. Il flusso dell’aria si regola in relazione alle esigenze del nostro organismo, senza ostacoli meccanici che lo riducano. Con la maschera la velocità del volume inspirato e’ rallentato; non aderendo perfettamente alle superfici del volto si creano dei vortici di aria non filtrata, che conducono ai polmoni germi e particelle inquinanti. Ad ogni atto respiratorio le impurita’ sono espulse all’esterno agevolmente; con la maschera queste particelle si depositano sul versante interno e saranno reinalate nuovamente numerose volte. Quindi viene meno un aspetto fondamentale rappresentato dalla pulizia continua delle vie respiratorie. Sarebbe consigliabile indossarle per il minimo tempo necessario, soprattutto in occasione di affollamento come nell’accesso ai mezzi pubblici. E’ invece assolutamente necessario che le indossino i malati, o chi presenti sintomi quali tosse o febbre, in modo da ridurre i contagi.
Oggi viviamo il paradosso di una classe politica che ha contribuito al degrado del servizio sanitario nazionale ed ha portato il paese davanti alla Corte di Giustizia europea per l’inquinamento atmosferico; fautrice di tagli irresponsabili alla sanita’ e con un indifferente cinismo verso le migliaia di morti evitabili ogni anno per inquinamento ed infezioni ospedaliere; ma che ora vuole paternalisticamente accreditarsi come un benefattore e che costringe l’intera cittadinanza a restrizioni anacronistiche, in nome di un concetto di salute che non ha mai compreso. Tutto senza un vero dibattito pubblico, con una comunità medica e scientifica censurata, su indicazione di un comitato tecnico-scientifico i cui verbali sono incomprensibilmente segreti. Queste misure creano un gravissimo precedente per la nostra e per le future generazioni; un pericolo maggiore del virus stesso, anche da un punto di vista strettamente sanitario. Mi auguro le persone giudichino con attenzione e conservino la memoria di quello che e’ successo in questi giorni, per una societa’ ed un sistema sanitario migliore.
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